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"Bisognerebbe conoscere la stanza di lavoro di Luciano Caruso per rendersi conto appieno del concetto di indistinzione dell'opera. Intorno al grande tavolo, a cominciare dal piano di esso fino a tutto l'ingresso, dilaga un mare di fogli, fascicoli, libri di tutte le dimensioni e formati. Si tratta di bozze di stampa, di volumi in regolare commercio, di astucci, custodie e contenitori o di grandi fogli; difficilmente si distingue il nuovo dal meno nuovo o dall'oggetto di antiquariato... Carta, papiro, vetro, pietra, pergamena, inchiostri e colori, plastica, legno, stoffa, metallo, tutto concorre e occorre... ma bisogna aggiungere il disco, la fotografia, il nastro magnetico, la pellicola, il rotocalco, le schede perforate e la zona di telescrivente, gli autoadesivi e il letraset, senza contare la colla, i legacci, il taglio, lo strappo; e sassi, legnetti, radici disseccate, pezzi meccanici, polistirolo, foglie ed altro ancora. Ma...la carta, stampata o no, continua ad essere supporto privilegiato, mentre la scrittura e il suo contrario (pseudoscrittura, elaborazione di caratteri, cancellatura, colorazione, incollaggio di elementi) il mezzo privilegiato di intervento, così come, fuori di quest'ambito, lo stesso va detto dello spazio scenico per l'azione l'happening, la performance..." (S.M. Martini, Del poetar citando. Luciano Caruso 1962-1983, Livorno, Belforte Editore, 1984, pp. 32-33)

Il pifferaio magico

 

"... L'attività poetica è diventata una continua invenzione, una creazione quotidiana (re-invenzione poetica del quotidiano), la poesia tende a essere non più esercizio letteario (sui sintagmi e il linguaggio usato) ma azione, anzi gesto-a divenire sempre più scrittura oggetto. La nuova poesia in Italia ...si nega recisamente come poesia (anzi cerca il nuovo-mentale negando se stessa) - per giungere a una zona o stadio di possibili intercomunicazioni - rivoluzionando con processi poetici  tutti i possibili mezzi che ha l'uomo: anche il gesto di una mano è una scrittura comunicabile" (L.C., La poesia come gestazione mentale, Premessa  al n. 18 della rivista "Uomini e Idee", Napoli, 1968).

 

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